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Dopo lo scalo a Budapest (messo a posta per esercitare l’”ars bestemmiandi” della comitiva), l’arrivo ad Odessa, nel primo pomeriggio, non riserva particolari sorprese; l’aeroporto è tipicamente ESTivo, simpatiche carrozze, trainate da trattori, ci prelevano dal nostro FOKKER 70 e ci portano alla dogana: quel bizzarro foglietto, datoci in aereo, è il visto (detto anche visa); il timore di perderlo non è per nulla infondato. Nella sorpresa generale, le valigie non sono andate smarrite; due splendide hostess (secondo me una ci stava pure… me ne pentirò!) ci accolgono e ci fanno capire che aria tira a livello femminile in questo strambo paese. Due taxi d’antan ci conducono nell’unico hotel di Odessa che conosciamo (perché visto in un film di qualche anno fa) e che, speriamo, abbia camere libere: CHERNO MORE ! CHERNO MORE ! è il delirio. Le stanze sono economiche, l’albergo centrale ed abbastanza lussuoso. Ci siamo sistemati con anche troppa facilità: ora bisogna affrontare l’Ucraina… La nostra guida per la settimana sarà un taxista che, per via del cappello indossato, verrà detto “Capitano” (oppure “Kaptain”): odia il calcio e Shevchenko (per lui è un “pederast” !); ama “dance, dance, dance” e “fuck, fuck, fuck” (ballare e fottere – possibilmente in spiaggia) ed è un grande amico di Maietta. Odessa è una grande città portuale di oltre un milione di abitanti; si respira l’aria festosa di una città di mare mista alle stramberie dell’EST; la contaminazione occidentale non è ancora particolarmente avvertibile e quindi poco fastidiosa. Sembra essere tutto un “Joke” (un giuoco): siamo convinti di vivere in un videogame di 10 anni fa; tra strambi suoni elettronici (tipo Atari 2000) e sbronze colossali, cerchiamo di sopravvivere e, anzi, di conquistare più vite possibili (vedi piroette e jokes della stazione) in vista del mostro finale (il famigerato ship/boat Odessa – Varna).La strada principale del centro è la “Deribasovskaja”, un canalone ricco di negozi e ristoranti / terrazze in cui la comitiva passa dei simpatici pomeriggi all’insegna del mangiare (caviale is better!), del bere (ovviamente senza esagerare) e dello “spizzare” le bellezze del luogo. Il vero delirio, però, si scatena, di notte, nella zona del mare e delle discoteche: l’ARKADIA. Sono due le disco che vanno per la maggiore: Ibiza ed Itàka. Personaggi famosi e di tutto rispetto come “l’Attorone”, “Immacolata” ed “i Catanesi” le frequentano, i locali calzano a pennello su di noi. I prezzi sono abbastanza contenuti, la vodka scorre a fiumi